IL COMMENTO DI LONIGO - GEMINA
Il ruggito del leone. Titolo che incornicia l’immagine più
nitida di un Gemina a due facce, capace contro la Polisportiva Lonigo di
stravolgere l’impossibile. Dal 3 a 0 al 3 a 3, tutto in poco più di venti
minuti. Un pareggio, quindi, che sa di impresa riuscita, di una vittoria a
metà. Di una sconfitta evitata anche perché dopo 35’ c’era ben poco da salvare.
C’è, inoltre, un corridoio lungo, che porta ad un’altra intuizione di questa
strana serata leonicena, ovvero di un uomo che sa esaltarsi quando le gare si
fanno davvero dure. Un leader che è riuscito a divenire ancor più decisivo
rispetto altre volte, capace di tirare fuori gli artigli nel momento più
delicato della partita. Il carattere distintivo trasmesso da Artuso si è
consolidato con la strepitosa doppietta messa a segno, decisiva per la volata
finale simile a quella che qualche ora prima gli era riuscito ad un
trascinatore d’eccellenza: ovvero il gigante Nibali. E’ stato lui ad illuminare,
di fatto, una serata difficile da scardinare sullo 0 a 3. Un primo tempo
sottotono, in cui non c’è stato spazio per troppi commenti. Al di là delle
occasioni e di qualche errore di troppo, la squadra è apparsa ben distante da
quella vogliosa e intraprendente di qualche giorno prima. Una Polisportiva
Lonigo che ha fatto il proprio compito a dispetto di un Gemina che c’ha messo
molto del suo nella disfatta della prima mezzora.
Una delle mosse più riuscite di mister Urbani, colpito a
freddo da assenze pesanti ad inizio gara, è stata proprio quella di rimettere
al centro del villaggio Artuso nella ripresa. Proprio lui c’è riuscito a ridare
un cambio netto alla quadratura del cerchio, migliorando la propria posizione
in campo, mettendosi a disposizione dei suoi colleghi in attacco (già orfani di
gente come Rebusti e Chioetto, robe da non permettersi per queste categorie) e
regalando la luce che mancava alla squadra. Una perla ad inizio ripresa dal
limite che ha regalato la grinta che mancava nella prima ora di gioco. Lo zampino per il 3 a 2 di Leorato è stato solo il primo colpo ad effetto chiuso dalla
palombella perfetta del capitano che ha portato al pareggio. Un finale che ha, peraltro, fatto ricordare moltissimo
quello di qualche mese prima a Zimella
nella vittoria in rimonta contro il Teonghio. In quella gara maledetta,
ribaltata dallo 0 a 3 al 4 a 3 c’era stato lo zampino di Rebusti (eccellente
assenza a Lonigo), questa volta la rimonta è stata determinata da moltissimi
altri protagonisti, oltre a quello del già citato Artuso.
Una difesa che dopo
essere stata perforata malamente nel primo tempo è riuscita a riequilibrarsi
con l’aggiunta di peso e freschezza nella ripresa, dando con Baraldo e
Coldebella più geometria e tranquillità a tutti gli altri reparti. Come però
non citare anche Massignan, Tonello e lo stesso Piccino (staffetta per quest’ultimo
nel primo tempo), colonne portarti del reparto arretrato. Un centrocampo che ha
sentito pesantemente l’assenza del gigante Bernarello, assente per problemi
fisici, ma riuscito comunque a garantire intensità proprio nel contemporaneo
calo fisico degli avversari nella ripresa. Un attacco fragile e poco incisivo
nella prima parte, Bellini e Martello troppo nervosi durante la partita,
innalzato qualitativamente dall’aggiunta di Artuso che accentrandosi ha
favorito gli inserimenti di Bressan e degli altri centrocampisti.
Di Lonigo rimarrà la consapevolezza che certi punti fermi
per questa squadra saranno fondamentali e Artuso è uno di questi. Non
sfilacciarsi troppo nei numeri (perfino in porta la squadra è rimasta col solo
puntuale Barcaro), non cambiando troppo nella formazione iniziale, saranno le
condizioni per non trovarsi sempre con l’handicap di dovere recuperare gare
come quelle di Lonigo. Il carattere da leoni la squadra lo deve ritrovare con
moltissimi “chiodi” fissi, che partono da quelli schierati in campo da Urbani e
che necessariamente dovranno prendere a braccetto tutti gli altri nuovi.
Intanto, però, il Gemina si gode il proprio spettacolo, si
gode il primato (seppure con la mancata fuga) ma si gode comunque l'allungo di un altro campione che a Lonigo ha vinto il proprio personalissimo tour zimellese. In attesa di altre tappe, in attesa di altri allunghi.
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