Santo Stefano di Zimella - L’ultima gara del girone d’andata
tra Gemina di Zimella e Viceversa è durata giusto il tempo di un caffè. O di un
aperitivo se preferite. Un caso raro, più unico che raro per una società tra le
più longeve nel CSI, ma che nel calcio amatori può anche accadere. Una squadra
zimellese ridotta alle ossa, con una rosa pressoché condizionata da infortunati,
alcune squalifiche (derivate soprattutto dal lazzaretto che ha provocato l’arbitro
la volta precedente) e, infine, forfait improvvisi. Una squadra che probabilmente
non avrebbe voluto neanche scendere in campo: sotto di due reti - in 7 uomini (Molinaro, Baraldo, Zanconato, Tosato, Zaffaina, Bressan, Bogoni) -
dopo pochi minuti, contro un carico e motivato Viceversa. In più, una squadra
che ha dovuto fermarsi anzitempo in seguito ad un ulteriore infortunio.
Gara sospesa e giudice sportivo che farà prevalere il regolamento, con uno 0-3
a tavolino inflitto che non cambierà tanto dal punto di vista numerico e di
classifica, ma sul piano morale ha decisamente lasciato il segno.
A ripensarci bene, ad inizio campionato, quando il Gemina
cullava sogni d’oro per un primato che dopo il derby vinto col Sant’Andrea (quinta
giornata) sembrava destinato a diventare un chiodo fisso fino al termine della stagione,
ci ritroviamo all’ultima giornata d’andata con umori completamente opposti. E
non soltanto per l’esito dell’ultima partita, contro il Viceversa, che sembrava
dovesse già essere persa in partenza (ultima vittoria risale al 26 ottobre). Una
situazione in classifica (sesto posto a tre punti dal duo Boca-Pressana) che
non è un’eccezione se pensiamo al passato. Anche nel 2013, l’anno in cui il
Gemina vinse il girone B battendo tutte le dirette concorrenti, tra gennaio e
febbraio la squadra perse più di qualche punto. Un periodo che tradizionalmente
non ha mai portato fortuna alla rosa di Urbani.
Ma mai si sarebbe pensato di vedere una squadra sgretolarsi
così brutalmente in un sol mese, con gli infortuni a farla da padrone (se di
infortuni vogliamo parlare). Una squadra che, al completo, a ottobre aveva
guadagnato nell’ambiente certezze che mai prima si erano avvertite. Certezze
che pian piano si sono affievolite, proprio quando è mancata la grinta dei
giorni migliori. Quando le altre hanno cominciato a correre come dei razzi con
formazioni che di anno in anno sembrano sempre di più dei carrozzoni impazziti,
il Gemina si è completamente arenato su sé stesso. Colpa, dicevamo, di numerosi
acciacchi che però si potevano e si dovevano mettere in preventivo ad inizio
stagione.
Giocatori che già l’anno passato avevano accusato dei problemi
ma che nessuno probabilmente si aspettava di vedere così prolungati. Speriamo,
visto che questo sarà uno degli ultimi post dell’anno, che il 2016 possa (prima
nel gruppo e dopo nei risultati) far trovare quella continuità e tranquillità mancata
in questo anomalo girone d’andata. Un girone d’andata che ha riservato un’anomala
dimensione lunedì sera con appena 7 giocatori disponibili. Cose che una squadra
come il Gemina non può permettersi, soprattutto se si considera che le
squalifiche hanno inciso più degli stessi infortunati.
Non resta a questo punto che farsi un giretto di campo tutti
assieme, capire dove questa squadra ha intenzione di andare, capire se il
gruppo ha ancora voglia di giocarsela alla pari con tutte e divertirsi, nello
spirito del CSI, come è sempre stato fatto.
Stabilire chi abbia torto o non torto della gara di lunedì
non ha senso. Il Gemina deve prendersi, come ha del resto fatto, le proprie
responsabilità. Deve ripartire con la testa bassa e cercare fin da subito di allontanare
ombre funeste, tornando a fare risultato lunedì prossimo contro il
Vadense. Ecco, proprio l’avversario che ci voleva (probabilmente) per
rimettersi subito alla pari ritrovando quella via
smarrita che si vorrebbe di nuovo farla brillare.
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